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Provinciali 2014 – Analisi del v(u)oto.

Dopo tutte le analisi del V(U)OTO (perché è il VUOTO politico che si è determinato dopo la recente competizione elettorale) che ho letto in questi giorni non voglio far mancare il mio contributo. Andiamo con ordine e scusatemi se mi dilungherò un po’.

Domenica 12 Ottobre si è votato per l’elezione del Presidente della Provincia di Lecce e del Consiglio provinciale. E’ stata una strana tornata elettorale, passata inosservata alla maggioranza dei comuni mortali, che la politica la vivono come qualcosa di cui se ne potrebbe fare a meno. Infatti, per la prima volta le elezioni provinciali hanno interessato solo gli amministratori locali e non tutti i cittadini; questo, perché con la riforma del 2014 le Provincie sono diventate enti di secondo livello e in quanto tali il Presidente andava eletto tra i Sindaci e i Consiglieri provinciali tra i Consiglieri comunali. Un sistema che francamente a me non piace per i motivi che ho già detto in un mio precedente articolo al quale vi rimando.

Fatta questa doverosa premessa, passiamo all’esito della consultazione: il Centrodestra vince eleggendo il Presidente uscente Antonio Gabellone, il Centrosinistra perde non riuscendo a sfondare con il candidato Massimo Manera. La differenza in termini di voti tra i due candidati presidenti non è eccessivo e, comunque, non tanto quanto quello che si registra tra i voti delle liste collegate a ciascuno.

Arriva il giorno dopo (per la verità si comincia già la sera dello spoglio) e comincia la bagarre dei commenti dei più o meno protagonisti, che più che essere delle analisi del voto sono delle vere e proprie scenate isteriche e rancorose.

In questi giorni ne ho lette di tutti i colori e non vi nascondo un notevole imbarazzo, pensando a quanti ci leggono dal di fuori del partito. Leggere certe analisi post elettorali, fatte da autorevoli esponenti del PD, prive della necessaria serenità ed obiettività che richiede il caso, francamente mi imbarazzano. Nessuna autocritica, ma solo uno scarica barile circa le responsabilità che hanno determinato la sconfitta del PD e del Centrosinstra. E’ apparso palese il tentativo di trovare un capro espiatorio, per “salvare il proprio culo”.

Io, per tutta la campagna elettorale (circa un mese) e fino ad oggi, ho evitato di fare commenti sulla gestione della Segreteria provinciale del PD di tutta la fase che ha preceduto la presentazione delle candidature, per senso di responsabilità e per amore del mio partito, convinto che nonostante tutto si potesse e si dovesse vincere; ma credo che ora sia arrivato il momento di fare qualche appunto.

La gestione di tutta la fase che ha preceduto l’individuazione del candidato Presidente, la compilazione delle liste è stata VERGOGNOSA ed INDEGNA di un partito democratico; la fase successiva della campagna elettorale è stata degna dei peggiori dilettanti della politica.

Andiamo con ordine: si è arrivati all’individuazione del candidato Presidente con il peggior metodo possibile quello della cooptazione dall’alto, quello degli accordi tra esponenti di segreterie di partiti che a stento rappresentano se stessi, senza nessun tentativo di coinvolgimento dal basso di tutti gli amministratori; eppure, da parte di chi viene considerato minoranza residuale del partito, era venuta l sollecitazione affinché si arrivasse ad un coinvolgimento di tutti gli amministratori che si riconoscessero nel perimetro naturale del centrosinistra e di tutti quelli che comunque, in questo particolare momento storico, potevano avvicinarsi; eppure c’era stata la sollecitazione affinché si parlasse con gli amministratori del progetto di Salento che si aveva in mente, piuttosto che di scambio di postazioni. Ma niente la Segreteria Piconese ha preferito andare avanti incurante di ogni suggerimento che gli giungeva, concordando con un ristrettissimo nucleo di burocrati di partito il candidato Presidente nel nome di Massimo Manera.

E vabbene, passiamoci sopra, comunque Manera è un uomo di partito, uno tra quelli che si sarebbero puntuta giocare una chance di vittoria contro il candidato del centrodestra, a una condizione però, che si fosse lavorato per costruire delle liste forti e competitive che lo sostenessero.

Ed è qui, che è emersa tutta la pochezza politica e, soprattutto umana di questa Segreteria Provinciale. Infatti, succede che vengono compilate liste “vuote” e “incomplete”, quasi a dire VOGLIAMO PERDERE. Ma, forse, era questo il reale intendimento, perdere, per scaricare la responsabilità su chi ha avuto l’unica colpa di cercare di indirizzare la segreteria Piconose su una strada diversa da quella intrapresa, per sperare di vincere.

Mi è sembrato strano che una Segreteria Provinciale, che pochi mesi fa si attribuiva il grandissimo merito di aver vinto le elezioni Europee, che si vantava di aver conquistato la maggioranza dei comuni al voto, di essersi riconnessa con il territorio, non riuscisse a chiudere due liste a sostegno di Manera; non riuscisse a trovare quei candidati, capaci di dare forza e prestigio alla proposta politica che mettevamo in campo; ricevesse una serie lunghissima di rifiuti alla candidatura. Eppure è quello che è successo, molti amministratori si sono rifiutati di candidarsi. Bisognerebbe chiedersi il perché. Io una idea me la sono fatta, forse perché gli veniva chiesto di non votare neanche se stessi per avvantaggiare qualcuno della segreteria che doveva essere blindato? In effetti è avvenuto questo… diversi candidati non hanno votato neanche se stessi. COSE DELL’ALTRO MONDO. Una simile pratica, attuata per la verità anche nel centrodestra, ma con ben altri risultati, è indegna di essere qualificata politica e non fa altro che danneggiare l’immagine stessa della politica.

Dunque, non si trovavano i candidati per riempire le due liste che si sono poi presentate e che ti fanno gli “STRATEGHI” della nuova politica del PD salentino? All’ultimo secondo, pochi istanti prima della presentazione delle liste ELIMINANO un candidato: Alfonso Rampino (consigliere provinciale uscente e rappresentate di un territorio da sempre di sinistra). Una epurazione secondo i peggiori metodi stalinisti, che ha determinato l’incompletezza di una lista, e di fatto consegnato la vittoria al centrodestra. Una azione VERGONOSA e di puro SCIACALLAGGIO, indegna di un partito democratico. La motivazione ufficiale data da un poco imbarazzato ed, anzi, arrogante Segretario Provinciale è stata quella che non poteva consentire che intorno alla figura di Rampino si coagulassero i voti di un gruppo di amministratori che non condividevano il percorso individuata o dal gruppo dirigente del partito. Motivazione questa INCONSISTENTE e FASULLA che è stata smentita dalla stessa pratica messa in atto dalla Segreteria provinciale nei confronti del candidato poi risultato più suffragato: Sergio Signore.

Allora, perché eliminare Alfonso Rampino? Forse per eliminare un competitor in vista delle prossime elezioni Regionali? Apparentemente sembra non esserci alcuna attinenza tra le provinciali e le regionali, ma a ben guardarci qualche elemento di continuità lo si trova. primo fra tutti quello di andare a comporre una lista per le regionali sulla falsariga di quelle delle provinciali; vale a dire una lista debole che avvantaggi un candidato della Segreteria provinciale che corrisponde al nome di Gabriele Abaterusso (non è uno scoop questo nome, in quanto ormai lo sanno pure le pietre che si candiderà, visto che stanno lavorando da due anni in tal senso, da quando saltò la sua candidatura alle parlamentarie).

Ultimo elemento che aggiungo alla mia analisi, che sono convinto stia contribuendo non poco al VUOTO politico determinato da altri prima di me, è la questione delle alleanze e del famoso laboratorio politico tanto amato da Piconese.

A pochi giorni dalle elezioni, assistiamo all’APOTEOSI, ai FUOCHI D’ARTIFICIO della Segreteria Provinciale che convoca una conferenza stampa durante la quale, alla presenza dei vertici del PD e dell’UDC si ufficializza il sostegno della lista di quest’ultima formazione politica a Massimo Manera.

E’ stata la ciliegina sulla torta delle “cazzate” fatte in tutto il periodo precedente. Ora mi domando, ma è davvero possibile che non si capisce che l’UDC è un bluff? E’ un partito che non esiste, che in Italia è scomparso e sopravvive il provincia di Lecce solo a Muro Leccese. Un Partito che si identifica con qualche singolo personaggio e che non è in grado di fornire alcun valore aggiunto. Eppure si continua ad insistere, reputando l’UDC l’interlocutore privilegiato di un laboratorio politico che ha dato sempre pessimi risultati. Ma l’esperienza di Copertino non ha insegnato niente? Chissà perché sono mancati i voti di Gallipoli dove si vocifera che ci sia qualche amministratore dell’UDC? Quante altre volte ci dobbiamo sbattere il muso per capire? Spero che da qui in avanti si abbandoni questa strada fallimentare e controproducente per il centrosinistra.

Infine, questione TRADITORI. Ha stufato questo disco incantato che ripete: è traditore chi si discosta dal pensare come la segreteria provinciale pensa. Questa teoria complottista, mesa in circolo con l’unico scopo di delegittimare qualcuno per avvantaggiare qualcun’altro è RIDICOLA e di BASSA LEGA. Davvero è questa l’unica politica che questo gruppo dirigente sa produrre (in effetti da quando si è insediato non ha saputo produrre altro)? CHE DIO SALVI IL PD!

Eccoci tornati alla realtà dopo la sbornia da vittoria delle elezioni europee, che aveva fatto gridare al miracolo. La realtà è triste ed è quella di un partito che non c’è! La vittoria alle Europee è stata solo una parentesi da attribuire tutta a RENZI.

SVEGLIAAAAA!

Può mai un militante, un eletto, votare contro un candidato del proprio partito?

Può mai un militante, un eletto votare contro un candidato del proprio partito? Oggi mi sono svegliato con questo interrogativo. D’altra parte non è possibile non farsi questa domanda dopo aver letto e sentito dichiarazioni del tipo: “non lo voterò mai”, “se non lo voti ti caccio”. E’ una domanda alla quale non è facile dare una risposta…troppe le variabili, le sfumature.

Faccio un esempio: se un candidato seppur scelto dai vertici del partito con metodo fintodemocratico non mi rappresenta, se questo è il risultato di un processo non collettivo, apparatocentrico, condotto in spregio delle più elementari regole della civile convivenza nel partito, è giusto che lo voti? La logica di uomo libero che ragiona con la sua testa e che risponde alla sua coscienza mi suggerirebbe di dire: non lo voto; ma poi subentra la logica dello stare insieme, dello spirito di comunità, delle decisioni prese a maggioranza, dell’orgoglio di appartenenza, insomma, quella logica che normalmente dovrebbe contraddistinguere chi aderisce ad un partito che, invece, mi suggerirebbe di dire: mi tappo il naso, mi chiudo la bocca e le orecchie e lo voto. Il conflitto non è di facile soluzione; e allora capita che in certi momenti, in base allo stato d’animo che stai vivendo, propendi per l’una soluzione piuttosto che per l’altra; allora, la gridi, la urli, la scrivi sui giornali. Poi, ti rilassi, fai un bel respiro, ci dormi sopra e quella decisione che ti sembrava quella giusta assume altri connotati, che ti portano a fare una valutazione opposta. Essere uomo o donna di partito, di questi tempi, vi assicuro non è facile, ve lo dice uno che in questi ultimi sei anni ha vissuto questa condizione con non poche difficoltà; nello stesso modo mi sento di poter affermare con quasi assoluta certezza, che alla fine quello spirito di appartenenza prende il sopravvento e ti porta a fare il contrario di quello che dici e gridi. Non so se questo è sbagliato, ma è così! Sono certo, quindi, che nessuno tra coloro che fanno vita di partito, potrà mai votare contro il candidato espressione di quel partito. Così come, sono certo, che nessuno vota il proprio candidato solo perché è stato minacciato di essere cacciato.

Elezioni provinciali… è una partita già chiusa.

…leggo e ascolto commenti dove si fanno presagi di sventura per il Mio “povero” PD provinciale in vista delle elezioni per l’elezione del Presidente della Provincia e del Consiglio provinciale e rimango basito… perché mai il PD dovrebbe perdere? perché mai dovrebbe perdere il centrosinistra che si presenta compatto e coeso (mai come questa volta i rappresentati dei partiti sono stati unanimi nelle scelte)? perché dovrebbe vincere il centrodestra? perché dovrebbe vincere una coalizione che a livello nazionale e anche a livello provinciale vale poco più del 20%? si dimentica forse che il PD è il partito del 40%? quel partito che oggi tutti vogliono votare, la speranza per il futuro? NON SI PUO’ PERDERE!  per questo mi sorprendo quando sento qualche alto esponente del Mio partito che considera queste elezioni già perse! Per me sono già vinte! E’ una partita già chiusa!

Le Province ci sono ancora…la Democrazia no.

era giugno 2009 ed io, nascosto dalla mano gesticolante di Vendola, ero su quel palco con la camicia bianca e con le maniche rimboccate… era il comizio di chiusura della campagna elettorale per le elezioni provinciali a Trepuzzi… quella campagna elettorale la vissi in maniera diretta essendo candidato in una lista a sostegno di Loredana Capone Presidente … tutti sappiamo come sono andate quelle elezioni (il centrosinistra le perse al ballottaggio) … ma in quel comizio ero orgoglioso di essere lì, di aver fatto il mio dovere, di aver dato tutto me stesso, affinché fosse premiata un’idea di Salento, diversa e migliore di quella proposta dal centrodestra… ero contento perché avevo avuto la possibilità di parlare a tanta gente, di spiegare la mia idea di politica, di ascoltare quelle che erano le istanze del territorio… sono passati cinque anni e siamo alle soglie delle elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale (che non è sparito come qualcuno potrebbe pensare a seguito di certi proclami)… nel frattempo l’Ente Provincia con la riforma varata dal Governo Renzi si è trasformato in ente di secondo livello, comportando che Presidente e consiglio provinciale non vengano eletti tra i cittadini e dai cittadini, ma tra i sindaci e i consiglieri comunali e dai sindaci e consiglieri comunali… non vi nascono il mio rammarico per non poter essere parte attiva di questa competizione elettorale, che non si svolgerà tra la gente… non potrò fare campagna elettorale, non potrò parlare con i miei concittadini delle proposte per il territorio messe in campo dal mio schieramento, non potrò ascoltare le loro istanze… tutto si ridurrà alla contrattazione del voto da parte dei candidati con chi già ricopre incarichi istituzionali… e questo per chi vive la politica come me è davvero triste… mi sconforta l’idea che i cittadini salentini tutti vengano esclusi dalla scelta di chi governerà un Ente (la Provincia) che sebbene di secondo livello, conserva e conserverà la gestione di servizi strategici per il nostro territorio… si è cambiato tutto per non cambiare niente…anzi no…qualcosa è cambiato… si è inferto un duro colpo all’idea di democrazia partecipata.